Carissimi, dove eravamo rimasti? Forse all’avvincente
racconto della decisione di acquistare il gazebo per proseguire in un modo un
ciccinin più professionale la nostra attività di hobbiste della domenica?
Esatto.
Ma quel che ancora non vi ho raccontato, solleciti
aficionados, è l’avventurosa prova gazebo che ha avuto luogo due domeniche fa nella
cornice dell’ameno parco Franco Verga di Milano.
Ci troviamo alle 15.00 sotto casa mia per poi raggiungere in
auto il luogo del misfatto. Ci incontriamo e mentre solleviamo il gazebo per caricarlo
in auto sfoderiamo delle espressioni come dire ma che diavolo stiamo facendo?. Ma ricacciamo indietro ogni dubbio
e agiamo. Trasportiamo noi stesse e il cazzebo fino alla meta designata. La mia socia è veramente strepitosa, nonostante la delicatezza della sua persona trasporta
il gazebo come fosse un pacchettino del panettiere con dentro una focaccina
precedendomi di venti passi. E io che dietro arranco e a mala pena riesco a trasportare la
tenda!
Individuiamo un luogo un po’ sterrato e lì ci posizioniamo. La mia sodale legge le istruzioni – fornite esclusivamente in francese per aumentare
il coefficiente di difficoltà – ma estratto il meraviglioso cazzebo dalla sua
fodera tutto ci appare nitido e cristallino. Non è vero, scherzavo, abbiamo
dovuto penare qualche minutino per capire come il tutto funzionasse e come
potesse essere aperto senza essere spaccato, ma alla fine ci riusciamo. Ci
dividiamo sui quattro angoli, lo allarghiamo, gli issiamo e fissiamo la tenda e poi gli
allunghiamo le zampe… Et voilà, il cazzebo è pronto! Aperto, bellissimo nella sua vela bianca, mentre si staglia in tutta la sua eleganza tra il verde dell'erba e l'azzurro luminoso del cielo. Tra gli sguardi curiosoni dei
passanti, la nostra incredulità, momenti di esaltazione e gloria frammisti al
solito pensiero: ma che diavolo stiamo
facendo? Ma alla fine prevale un po’ di felicità, nel vedere noi stesse, queste due
nanerottole (ma ricordate: il vino buono sta nelle botti piccole!) capaci di
montare un gazebo tre per tre e che ci sovrasta parecchio in altezza. E non un
gazebo qualsiasi… il nostro gazebo! E nel quoricino si fa strada un pizzichino
di gioia ed emozione, e fors’anche, azzardo, di minuscolo orgoglio…
Seguono sorrisi, esultazioni, foto sconclusionate in pose
sconclusionate che vedrete qui sotto, anche se purtroppo la mia socia, una vera
donna del mistero, non mi concede l’autorizzazione a pubblicare le sue… Così
dovrete accontentarvi (ma solo per il momento) delle mie,
scattate a tradimiento dalla collega medesima, che con la macchina fotografica in
mano si rivela un vero peperino ehhh.
Dopo questi momenti di allegro cazzare sotto al caldo e
luminoso sole di questo novembre dalle temperature anomale, tentiamo l’altra
parte del lavoro: ossia la fondamentale chiusura del gazebo, Affrontiamo e
superiamo anche questa prova egregiamente, siamo inarrestabili, yeeee!
Ma quando io penso che sia finalmente tutto concluso, ecco che la mia amica si fa seria, mi guarda dritto e proferisce le seguenti parole: “Bene, ora lo rimontiamo e lo smontiamo un’altra
volta”… e io che pensavo di metter tutto in saccoccia, lasciare il parco e
andarmi a bere un caffè! Ma la mia socia è un panzer dell’organizzazione, e io
non posso che piegarmi (nel vero senso della parola eheh) alle sue corrette
iniziative. Stavolta addirittura ci cronometriamo (cioè, capito?!) e ciò che se
ne evince è: possiamo farlo! Si può fare! Che è il bilancio di questo nostro
pomeriggio campale dedicato alla prova gazebo.
Un pomeriggio un po’ faticosetto, ma pieno di emozioni e nel
complesso veramente gioioso, perché finalizzato a esprimere in maniera più
compiuta anche sotto al profilo pratico la creatività che mettiamo nell’ideazione
dei nostri gioielluzzi. E se è vero che la creatività è una combinazione
inedita di cose e fattori… possiamo essere felici nell’aver dato vita in ogni
caso a qualcosa di nuovo, che prima non c’era. E che ora troverà una casa
momentanea sotto alla tenda candida (mmm candida forse ancora per poco) del
nostro nuovo bellissimo cazzebo.
Vi lascio con le foto promesse e grazie a chi è arrivato a
leggere fin qui questa cronaca semiseria. A tutti voi una buona continuazione
di settimana, ci aggiorniamo presto su queste frequenze!
Signori e signore, il nostro fantastico cazzebo |