giovedì 12 novembre 2015

E venne il giorno della prova gazebo...

Carissimi, dove eravamo rimasti? Forse all’avvincente racconto della decisione di acquistare il gazebo per proseguire in un modo un ciccinin più professionale la nostra attività di hobbiste della domenica? Esatto.
Ma quel che ancora non vi ho raccontato, solleciti aficionados, è l’avventurosa prova gazebo che ha avuto luogo due domeniche fa nella cornice dell’ameno parco Franco Verga di Milano.

Ci troviamo alle 15.00 sotto casa mia per poi raggiungere in auto il luogo del misfatto. Ci incontriamo e mentre solleviamo il gazebo per caricarlo in auto sfoderiamo delle espressioni come dire ma che diavolo stiamo facendo?. Ma ricacciamo indietro ogni dubbio e agiamo. Trasportiamo noi stesse e il cazzebo fino alla meta designata. La mia socia è veramente strepitosa, nonostante la delicatezza della sua persona trasporta il gazebo come fosse un pacchettino del panettiere con dentro una focaccina precedendomi di venti passi. E io che dietro arranco e a mala pena riesco a trasportare la tenda!

Individuiamo un luogo un po’ sterrato e lì ci posizioniamo. La mia sodale legge le istruzioni – fornite esclusivamente in francese per aumentare il coefficiente di difficoltà – ma estratto il meraviglioso cazzebo dalla sua fodera tutto ci appare nitido e cristallino. Non è vero, scherzavo, abbiamo dovuto penare qualche minutino per capire come il tutto funzionasse e come potesse essere aperto senza essere spaccato, ma alla fine ci riusciamo. Ci dividiamo sui quattro angoli, lo allarghiamo, gli issiamo e fissiamo la tenda e poi gli allunghiamo le zampe… Et voilà, il cazzebo è pronto! Aperto, bellissimo nella sua vela bianca, mentre si staglia in tutta la sua eleganza tra il verde dell'erba e l'azzurro luminoso del cielo. Tra gli sguardi curiosoni dei passanti, la nostra incredulità, momenti di esaltazione e gloria frammisti al solito pensiero: ma che diavolo stiamo facendo? Ma alla fine prevale un po’ di felicità, nel vedere noi stesse, queste due nanerottole (ma ricordate: il vino buono sta nelle botti piccole!) capaci di montare un gazebo tre per tre e che ci sovrasta parecchio in altezza. E non un gazebo qualsiasi… il nostro gazebo! E nel quoricino si fa strada un pizzichino di gioia ed emozione, e fors’anche, azzardo, di minuscolo orgoglio…

Seguono sorrisi, esultazioni, foto sconclusionate in pose sconclusionate che vedrete qui sotto, anche se purtroppo la mia socia, una vera donna del mistero, non mi concede l’autorizzazione a pubblicare le sue… Così dovrete accontentarvi (ma solo per il momento) delle mie, scattate a tradimiento dalla collega medesima, che con la macchina fotografica in mano si rivela un vero peperino ehhh.

Dopo questi momenti di allegro cazzare sotto al caldo e luminoso sole di questo novembre dalle temperature anomale, tentiamo l’altra parte del lavoro: ossia la fondamentale chiusura del gazebo, Affrontiamo e superiamo anche questa prova egregiamente, siamo inarrestabili, yeeee!

Ma quando io penso che sia finalmente tutto concluso, ecco che la mia amica si fa seria, mi guarda dritto e proferisce le seguenti parole: “Bene, ora lo rimontiamo e lo smontiamo un’altra volta”… e io che pensavo di metter tutto in saccoccia, lasciare il parco e andarmi a bere un caffè! Ma la mia socia è un panzer dell’organizzazione, e io non posso che piegarmi (nel vero senso della parola eheh) alle sue corrette iniziative. Stavolta addirittura ci cronometriamo (cioè, capito?!) e ciò che se ne evince è: possiamo farlo! Si può fare! Che è il bilancio di questo nostro pomeriggio campale dedicato alla prova gazebo.
Un pomeriggio un po’ faticosetto, ma pieno di emozioni e nel complesso veramente gioioso, perché finalizzato a esprimere in maniera più compiuta anche sotto al profilo pratico la creatività che mettiamo nell’ideazione dei nostri gioielluzzi. E se è vero che la creatività è una combinazione inedita di cose e fattori… possiamo essere felici nell’aver dato vita in ogni caso a qualcosa di nuovo, che prima non c’era. E che ora troverà una casa momentanea sotto alla tenda candida (mmm candida forse ancora per poco) del nostro nuovo bellissimo cazzebo.

Vi lascio con le foto promesse e grazie a chi è arrivato a leggere fin qui questa cronaca semiseria. A tutti voi una buona continuazione di settimana, ci aggiorniamo presto su queste frequenze!



Signori e signore, il nostro fantastico cazzebo





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